VERBA SI NESCIS PERIT COGNIZIO RERUM
(SE NON CONOSCI LE PAROLE TI VIENE A MANCARE ANCHE LA COGNIZIONE DELLA REALTÁ)

sabato 2 maggio 2015

Introduzione



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Mario Palazzini

    Tutti noi usiamo le parole per abitudine, perché le abbiamo imparate dagli altri in modo naturale e quasi mai ci chiediamo quale è il loro esatto significato, da dove vengono”, quale storia hanno avuto, quante volte hanno cambiato in parte o in tutto il loro significato nel corso del tempo. Prendiamo ad esempio una parola semplice: tuttavia. Se andiamo a leggere la ballata Il trionfo di Bacco e Arianna di Lorenzo De’ Medici (1449-1492), vediamo che inizia con i versi Quant’è bella giovinezza, / che si fugge tuttavia”  dove tuttavia ha il significato di sempre, cioè avverbio di tempo. Più o meno quattrocento anni dopo troviamo nei Promessi Sposi di A. Manzoni (1785-1873) la frase così andavan le cose nel secolo diciassettesimo, anzi van tuttavia”, dove tuttavia vuol dire: ancora - sempre, quindi avverbio di tempo.

    Se consultiamo un moderno dizionario di italiano vediamo che tuttavia è diventata oggi una congiunzione avversativa, come ma e però.    Questa è una piccola dimostrazione di come una parola si può trasformare ed assumere nel tempo significati diversi da quello originario.

    Il libro perciò non a caso si intitola Rebus, in quanto vuole andare a scoprire i significati nascosti nelle profondità recondite delle parole e renderle chiare per capire meglio le nostre abitudini e la realtà che ci circonda.

    In questo volume sono riportate parole di uso quotidiano, ma anche relative a discipline meno conosciute come la letteratura e i linguaggi tecnico scientifici, nonché modi di dire in lingua latina ancora molto usati, per mostrare al lettore non solo la complessità, ma anche la vastità del linguaggio italiano. Il nostro territorio è stato da sempre un porto di mare con l’avvicendamento di popoli molto diversi per costumi e lingua. Senza risalire alle origini, basti ricordare i Greci della Magna Grecia, gli Etruschi, i Romani e poi, dopo la caduta dell’impero, le popolazioni cosiddette barbariche, in  particolare Franchi e Longobardi, e poi gli Arabi, i Bizantini, gli Svevi, gli Aragonesi, i Normanni, gli Angioini, e poi ancora gli Spagnoli, i Francesi, gli Austriaci e ogni popolo ha lasciato la sua eredità linguistica. I forestierismi hanno subito notevoli modificazioni fonetiche e morfologiche per essere adattati all’italiano, molti termini hanno cambiato in parte o in tutto il loro significato per cui  non sempre è possibile risalire all’accezione originaria della parola. Consultando un dizionario della lingua italiana si legge infatti spesso etimo incerto o addirittura etimo ignoto, perché le parole sono come i ricordi, a volte si perdono nella notte dei tempi.